venerdì 11 luglio 2008

INTERVISTA AD UN FUTURO MATEMATICO

INTERVISTA A SIMONE DELMONTE studente del IV anno alla facoltà di Matematica nell’Ateneo di Parma.

1) Cosa ti ha spinto a scegliere questa facoltà? Per cui: perché ti interessa la matematica?
La matematica è una materia che mi è sempre riuscita bene e che si adattava al mio metodo di studio (poca teoria e tanti esercizi); inoltre ho anche avuto la possibilità di scoprirne anche il lato più divertente partecipando a gare e concorsi matematici.
Quello che mi affascina di più è legato al fatto che ogni affermazione deve essere giustificata con un passaggio logico e razionale: ci sono alcune regole da rispettare (i teoremi noti non possono essere contraddetti nell’applicazione pratica) ma nonostante tutto c’è anche spazio per l’inventiva personale nello scegliere la tecnica più adatta e il metodo risolutivo più veloce…e talvolta bisogna anche aver un’intuizione “geniale”!


2) Come è e come è stata la tua esperienza di studente rispetto alla matematica?
Alle superiori ho avuto un approccio molto didattico che si è rivelato fondamentale per poter padroneggiare in seguito gli strumenti di base.
All’università ho scoperto che la parte di teoria che in precedenza avevo un po’ tralasciato era invece molto importante ma non si poteva tralasciare nemmeno la parte di esercizi. Ho quindi dovuto modificare in parte il mio metodo di studio, ma in questo modo ho potuto apprezzare tutta la potenzialità della matematica.


3) Come pensi possa servire la matematica alla vita di tutti i giorni delle persone?
Parliamoci chiaro: la matematica avanzata e troppo teorica ha ben pochi utilizzi nella quotidianità perché affronta problematiche già difficili da visualizzare nella propria testa.
Le applicazioni però rimangono moltissime: i matematici infatti studiano un problema nel caso più generale e complesso possibile, ma nella realtà molti processi possono essere rappresentati con modelli più semplici ai quali applicare i risultati trovati in precedenza nel campo dell’ingegneria, dell’architettura, dell’economia ( il premio Nobel per l’economia è spesso vinto da matematici che hanno proposto teorie economiche innovative, ad esempio John Nash).
Nella vita di tutti i giorni la mentalità matematica sviluppa una certa dose di buon senso: è una buona cosa di fronte ad un problema qualsiasi analizzarlo in generale e cercare la soluzione migliore e più conveniente.
Nel caso più concreto possibile, mi è dispiaciuto sentire uno che sosteneva che “il 40% di 50 euro saranno all’incirca 40 euro”: in questo caso non serve fare i calcoli esatti, ma sapere semplicemente che il 40% è meno della metà..



4) Vi è un metodo particolare per insegnare la matematica?
La matematica di base deve essere insegnata nel modo più rigoroso possibile: non si può prescindere dal calcolo algebrico, dai teoremi di geometria o dallo studio di funzioni.
La difficoltà di questo metodo è che necessità più impegno da parte degli studenti e lascia poco spazio all’interpretazione personale. Bisognerebbe cercare di coinvolgere i ragazzi magari mostrando qualche semplice risultato avanzato per vedere che ciò che si sta studiando non è solo fine a se stesso.
È bene cercare anche di fare in modo che tutti possano seguire anche se ciò vuol dire soffermarsi troppo su certi argomenti per evitare che si formino lacune che possono diventare solo più grandi.

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